lettera di A. Di Pietro
30 Giugno 2008
28 Luglio 2008
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no al nucleare

Nucleare, altro incidente in Francia: 100 contaminati

Due settimane dopo le polemiche scoppiate in seguito a una fuga di liquido contenente uranio, la centrale nucleare di Tricastin, circa 200 chilometri dall’Italia, crea nuovamente allarme e polemiche: ben cento dipendenti sono stati «leggermente contaminati» dalla fuoriuscita di radio-elementi (cobalto 58) da una tubatura durante un’operazione di manutenzione. Alain Peckre, direttore della centrale nucleare dell’Edf (Electricité de France), ha cercato di minimizzare l’incidente definendolo come «un fatto non grave». Peckre ha proposto all’Agenzia per la sicurezza nucleare (Asn) di classificare l’incidente al livello “zero” della scala Ines (International Nuclear Event Scale), che arriva fino al livello “7”. L’agenzia ha accolto la proposta, ma ha classificato l’incidente al livello “zero” soltanto in via provvisoria e in attesa di accertamenti. L’Istituto vigilanza sui rischi nucleari francese però pubblicherà un avviso sull’incidente, una procedura insolita perché normalmente l’Asn pubblica l’avviso a partire dal livello uno.

«Una tubatura all’interno della struttura di contenimento è stata aperta durante le operazioni di manutenzione e ne è fuoriuscita polvere radioattiva», ha detto Peckre. Secondo il direttore, 97 dipendenti dell’Edf e di imprese appaltatrici che lavoravano nell’edificio sono stati trasferiti in infermeria per essere sottoposti a esami medici per verificare il rischio di contaminazioni. Anche altri 32 impiegati del sito, che avevano attraversato l’edificio poco prima o poco dopo la fuga delle sostanze, sono stati controllati. In tutto, «cento persone sono state leggermente contaminate da radio-elementi, a un livello quaranta volte inferiore al limite annuale regolamentare», ha detto Stéphanie Biabaut, portavoce della centrale che conta quattro unità di produzione. «Sono state disposte indagini – ha aggiunto – per stabilire le cause dell’accaduto che non ha conseguenze né sulla salute delle persone né sull’ambiente. Per tutta la durata dell’inchiesta interna, l’accesso all’edificio coinvolto sarà sospeso», ha detto ancora la portavoce.

L’incidente è il secondo che si è verificato a Tricastin nelle ultime due settimane. Nella notte tra il 7 e l’8 luglio durante alcune operazioni di pulitura trenta metri cubi di una soluzione contenente 12 grammi d’uranio per litro si sono riversati in due fiumi dallo stabilimento Socrati-Areva Nc. Dopo un’inchiesta interna, il colosso energetico Areva ha dovuto ammettere una «mancanza di coordinazione evidente tra le squadre incaricate dei lavori e quelle responsabili delle verifiche».

Pochi giorni dopo, il 17 luglio, un secondo incidente in un’altra centrale, ma a Roman sur Isere (Drome), sempre di proprietà di Areva: a causa della rottura di una canalizzazione nell’impianto di combustibili si è verificata una fuga di liquido radioattivo, che pare, naturalmente secondo i tecnici del colosso francese, non abbia avuto «alcun impatto sull’ambiente». Venerdì scorso, poi, ben quindici operai dell’impianto nucleare di Saint Alban, dell’Edf, nella regione dell’Isere (sud della Francia), sono stati contaminati dalla fuoriuscita di liquido radioattivo.

Edf Tricastin, che conta 1200 dipendenti e 550 lavoratori esterni, è una delle aziende del sito nucleare di Tricastin, posto a cavallo dei dipartimenti di Vaucluse e della Drôme, e che riunisce sui suoi 600 ettari la più grande concentrazione di strutture dell’industria nucleare della Francia. Dopo il primo incidente del 7 luglio, il ministro dell’Ambiente, Jean-Louis Borloo, aveva annunciato l’intenzione di far verificare tutte le falde freatiche situate vicino alle centrali nucleari francesi. Proprio mercoledì le prefetture di Vaucluse e Drome avevano sospeso le misure precauzionali per passato pericolo.

Le reazioni in Italia
Molte polemiche sulla possibilità che l’Italia possa riabbracciare il nucleare, come vuole il governo Berlusconi. Chi non è contento di questa serie di incidenti è in Italia il partito del nucleare, che mira a sovvertire un referendum che bocciò questo tipo di produzione perché appunto troppo pericolosa per i cittadini. «I guasti alle centrali nucleari francesi sono stati enfatizzati», dice un fedelissimo di Berlusconi, Claudio Scajola. Il ministro dello Sviluppo Economico ha ricordato come il piano energetico del governo preveda «centrali di nuova generazione».

Ma le sue parole non hanno rassicurato sulla pericolosità degli incidenti in Francia. «Sul gravissimo incidente alla centrale nucleare di Tricastin, le autorità italiane vigilino attentamente», dichiara il senatore Roberto Della Seta del Pd. «Un fatto di una gravità inaudita che mette a rischio la vita di migliaia di persone e i cui effetti non siamo ancora in grado di determinare. Più che ad una centrale sembra di essere di fronte ad un colabrodo».

Per Ermete Realacci «uno dei problemi che il nucleare porta con se è la mancanza di trasparenza. È sconcertante che solo oggi venga resa nota la notizia che 100 operai siano rimasti contaminati dopo l’incidente della centrale di Tricastin», afferma Realacci, ministro dell’Ambiente del Governo Ombra del Pd. «Non è neanche chiaro – aggiunge – se ci sia stato o meno un nuovo incidente. Chiediamo al Ministro dell’Ambiente e al Governo italiano di chiedere urgentemente all’Aiea di riferire senza omissioni quanto accaduto in Francia».

Per Angelo Bonelli dei Verdi «la catena d’incidenti alle centrali nucleari francesi dimostra quanto il ritorno all’atomo sia altamente pericoloso. Il nucleare radioattivo è, infatti, è insicuro e costoso e non è una soluzione nè alla questione climatica che a quella energetica». Angelo Bonelli dei Verdi ha commentato la notizia dell’avvenuta contaminazione di circa 100 lavoratori della centrale atomica francese di Tricastin a 160 chilometri dal confine con l’Italia. «Il Governo Berlusconi abbandoni la follia del ritorno a nucleare – ha concluso Bonelli – se così non fosse si compierebbe una vera e propria truffa nei confronti dei cittadini sulle cui spalle ricadrebbero gli enormi costi economici, sociali ed ambientali. Siamo pronti a mobilitarci per contrastare questo imbroglio ai danni degli italiani».

Per l’ex ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio«Si tratta di un vero e proprio allarme nucleare: quattro incidenti a centrali atomiche nel Paese più attrezzato dal punto di vista tecnico dimostrano quanto sia rischioso il ritorno all’atomo – afferma -. Se il governo non rinuncerà a questa vera e propria follia di tornare al nucleare – conclude – lavoreremo per promuovere un nuovo referendum».

Pubblicato il: 24.07.08
Modificato il: 25.07.08 alle ore 11.57
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